In ricordo di Fabrizio Bisconti
Il 22 marzo ci ha lasciato Fabrizio Bisconti dopo il rapido evolversi di una malattia che ha saputo fronteggiare con la tenacia e lo spirito che lo hanno sempre contraddistinto.
Uno tra i più eminenti studiosi della cultura artistica paleocristiana, dopo la laurea in Letteratura cristiana antica, conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, si avvicina all’archeologia cristiana, frequentando il Pontificio Istituto di Archeologia, dove consegue il dottorato con una tesi incentrata sulla rappresentazione delle scene di mestiere e di artigianato nell’arte delle catacombe. Questo approccio innovativo, che mette l’accento sulle intenzioni autorappresentative della committenza, proiettate però in una dimensione svincolata dallo specifico religioso, segna il carattere della sua prima stagione di studi, che ruotano attorno ai processi di genesi dell’arte cristiana, osservati prestando particolare attenzione ai fenomeni di interscambio e contaminazione con la tradizione figurativa di matrice classica.
In qualità prima di Segretario e poi di Sovrintendente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, per circa 30 anni promuove svariati scavi nei contesti catacombali di Roma e d’Italia e dirige numerose campagne di restauro, contraddistinte da una spiccata sensibilità alla sperimentazione e all’innovazione, culminata con l’introduzione della tecnica dell’ablazione laser per il recupero di affreschi in ambiente ipogeo, che gli hanno consentito di riportare a nuova luce unità pittoriche altrimenti indecifrabili. Proprio da queste ultime scoperte derivano alcuni dei suoi studi di maggiore impatto, che di fatto riformulano i tradizionali parametri cronologici dell’ultima stagione della pittura catacombale e individuano le strette relazioni che essa instaura con gli apparati decorativi dei monumenti del sopratterra.
Quasi 300 le sue pubblicazioni, tutte rigorosamente scritte a mano, preferibilmente con penna rossa su foglio bianco, mentre è senza dubbio l’impegno didattico quello che Fabrizio vedeva come il suo principale obiettivo, convinto del valore delle nuove generazioni e innamorato della spensierata ambizione di chi ancora deve fare i conti con il futuro. Come Professore Ordinario di Iconografia Cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia, e come Professore Ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università degli Studi di Roma Tre ha formato generazioni di allievi, trasmettendo, con innato entusiasmo, la sua passione per le materie archeologiche.
La prematura scomparsa di Fabrizio Bisconti lascia senza dubbio un vuoto enorme, umano e scientifico allo stesso tempo, ma può essere mitigato dal corposo lascito della sua ampia e fitta attività scientifica. È giusto ricordarlo -così come forse voleva- al meglio della sua vitalità, con lo sguardo rivolto al domani, la mente devota allo studio, il sorriso perenne dedicato agli amici e le radici ben piantate nella terra della sua amata Maremma.
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