In memoria di Anna Maria Sestieri

Tracciare un ricordo di Anna Maria Sestieri non è compito agevole. Le doti umane, la sua disponibilità, il suo rigore scientifico, la sua inesauribile curiosità, il suo dinamismo e la sua capacità di creare sempre nuovi filoni d’indagine erano intrecciati in modo indissolubile.
Pochi sono gli studiosi che come lei hanno contribuito a indirizzare e arricchire le ricerche di archeologia preistorica. Tuttavia, come troppo spesso accade in Italia, l’apprezzamento dei suoi molti meriti è avvenuto assai prima all’estero che nel nostro paese.
Membro onorario a vita dell’Institute for American Archaeology e della British School at Rome, nonché membro corrispondente dell’Instituto Archaeologico Germanico, ottenne nel 1996 il prestigioso Europa Prize dalla Prehistoric Society.
Nonostante questi riconoscimenti, Anna Maria Sestieri giunse alla cattedra alquanto tardi, soltanto nel 2006, come professore ordinario di Protostoria all’Università del Salento. Questa circostanza le impedì di creare una vera scuola, cosa di cui in privato non nascondeva il rimpianto. Fu un’occasione mancata, non solo per lei, ma per lo sviluppo degli studi di preistoria italiani. In quegli anni condusse lo scavo della Specchia Artanisi di Ugento, ancora oggi l’unica indagine condotta con criteri moderni su un tipo di struttura megalitica che caratterizza la penisola Salentina.
Il respiro europeo della sua figura scientifica e la continua volontà di stimolo rivolto verso i giovani archeologi la spinsero a essere, nel 1995, fra i soci fondatori della European Association of Archaeologists. La maturazione scientifica e professionale di molti di quelli che fra gli anni ’80 e ’90 dello scorso secolo erano le “giovani” promesse dell’archeologia resta legata ai progetti da lei voluti e realizzati nell’ambito della Soprintendenza Archeologica di Roma, primo fra tutti quello della ricognizione sistematica del territorio romano. Un progetto ambizioso e visionario, che permise di mappare e documentare un ambiente che nei decenni successivi sarebbe stato stravolto e cancellato dall’espansione urbanistica incontrollata della città, e al quale lavorò una generazione di studiosi appena usciti dall’università.
Testimonianze delle molteplici e instancabili attività d’indagine restano le pubblicazioni dei suoi scavi, in particolare quello di Osteria dell’Osa, nel suburbio romano, e di Frattesina di Fratta Polesine. Quest’ultima pubblicazione, edita dall’Accademia dei Lincei della quale era membro, venne realizzata quando Anna Maria Sestieri era ormai già malata. Ciò nonostante, con caparbia e combattiva forza di volontà, volle portare a compimento quello studio che aveva iniziato molti anni prima.
Fu per alcuni anni Soprintendente dell’Abruzzo, dal 1995 al 2003. Anche qui cercò di portare il dinamismo e la creatività che avevano contraddistinto la sua attività a Roma, stimolando i musei, le ricerche e le attività preistoriche, spesso prendendovi parte in prima persona. Ma non amava il fardello burocratico che inevitabilmente si accompagna all’incarico: era per lei tempo rubato agli studi.
Fu presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria dal 2003 al 2009. Creò anche qui un grande progetto, finalizzato ad adeguare lo studio della metallurgia italiana agli standard europei. La sua era una personalità combattiva, forte e rigorosa, come traspare sin dai primi scritti. Una personalità che induceva a non restare indifferenti, ma che spingeva a schierarsi. Ebbe quindi molti amici affezionati, che apprezzavano questo suo particolare carattere e le sue linee di ricerca. Ma ebbe anche molti avversari, che non accettavano quel suo modo intransigente di difendere il proprio pensiero con passione e senza ambiguità e che resero la sua carriera accademica non priva di ostacoli.
Claudio Giardino

Scarica documenti