Lettera al Ministro della Cultura
Oggetto: DM 161/2023
Signor Ministro,
faccio seguito al nostro documento, condiviso con CUNSTA e SISCA, privo peraltro di riscontro, nonché a un appello che ha raccolto molte migliaia di firme, ai documenti di varie Consulte Universitarie e Associazioni Scientifiche, all’importante presa di posizione del CUN, a molti articoli di stampa, tutti molto critici con i contenuti del DM 161/2023, per chiederLe, a nome della Federazione delle Consulte Universitarie di Archeologia, di ritirare il decreto e di avere un incontro per poter sviluppare un confronto su una questione che, contrariamente a quanto da Lei e dal dott. Tarasco dichiarato in varie occasioni a mezzo stampa, sta già avendo gravi ripercussioni anche in campo scientifico. Vari colleghi ci segnalano, infatti, esose richieste da parte di Musei e Soprintendenze di pagamenti per l’uso di immagini di beni archeologici (anche già in possesso dei richiedenti) da pubblicare in riviste scientifiche internazionali, in atti di convegni e in volumi miscellanei, addirittura anche nel caso di reperti rinvenuti in scavi universitari. In altri casi volumi frutto di anni di lavoro, relativi a vecchi scavi che finalmente sarebbero editi, sono fermi in attesa delle valutazioni dei costi. Si segnala inoltre un’enorme variabilità di comportamento tra soprintendenze e musei nelle diverse regioni, che aggiunge al danno anche una confusione, con evidenti sperequazioni di trattamenti.
Tutto questo provocherà sempre più enormi danni nella produzione scientifica, particolarmente gravi nel caso dei giovani ricercatori e metterà in crisi anche l’editoria scientifica, garantita da molte piccole-medie case editrici italiane e anche dalle University press sempre più diffuse.
Nell’epoca dell’Open Access (che la UE e anche il MUR ormai sostengono fortemente), della libera circolazione delle immagini e dei dati a livello internazionale, imporre le limitazioni previste dal DM 161 è del tutto anacronistico.
Non escludo che, se il MiC dovesse proseguire con questa politica chiaramente ostile alla ricerca scientifica nel campo del patrimonio culturale, in contrasto con gli articoli 9 e 33 della nostra Costituzione, possano rendersi necessarie varie forme di protesta, anche clamorose, come pubblicazioni senza immagini o con spazi bianchi al posto delle immagini, o di disobbedienza civile, che molti colleghi docenti stanno sollecitando.
Ci auguriamo vivamente che Lei voglia rivedere la Sua decisione, riformulando il decreto, anche alla luce di quanto previsto dal Piano Nazionale Digitalizzazione, e voglia stabilire un rapporto positivo e collaborativo con il mondo degli studi, da noi fortemente auspicato. Nell’occasione Le porgo i migliori saluti.
Il Presidente
Prof. Giuliano Volpe